IL VACCINO NON E’ LA SOLUZIONE.
SE LO FOSSE, DOVREBBE PRODURLO LO STATO ITALIANO?

Ancora oggi esistono troppe incertezze sulla sicurezza, sull’efficacia e sulla qualità dei vaccini.

Efficacia: la percentuale di efficacia dei vaccini antinfluenzali varia dal 20 all’80% (attuale virus H3N2, l’influenza stagionale, è SOLO al 25%) e si riduce proprio tra gli anziani e le persone affette da malattie croniche, in particolare tra quelle con un sistema immunitario indebolito…esattamente quelle colpite da sars-cov-2.

Sicurezza: se leggete il “bugiardino” di ogni vaccino, esattamente come ogni farmaco, ha una lunga lista di possibili reazioni avverse. Alcune sono estremamente gravi ed invalidanti. Purtroppo non esistono studi scientifici approfonditi sulla frequenza di questi “effetti collaterali”, nonostante una legge italiana riconosca e rimborsi i danni da vaccino.

Qualita’: non è documentato dai produttori del vaccino il livello di qualità dei contenuti dei vaccini (diversi da lotto a lotto) in merito alla presenza di adiuvanti, conservanti, additivi, residui di produzione e altre sostanze biologiche e non. Dentro c’è di tutto e si è addirittura visto che in alcuni vaccini manca lo stesso virus che dovrebbe generare gli anticorpi nel nostro sistema immunitario. E nemmeno molto si sa sull’importante tema dell’interferenza virale: uno studio relativo alla stagione influenzale 2017-18 ha dimostrato che la vaccinazione anti-influenzale aumenta il rischio di essere infettati da un coronavirus del 36%.

Questi tre elementi essenziali per fare una “vaccinazione sicura” (qualità, sicurezza ed efficacia), non sono né garantiti e né certificati da nessuno. Ne’ da chi produce i vaccini, né da chi li inietta nel corpo di un bambino, di un adulto o di un anziano.

In più, in Italia manca un sistema di vaccinovigilanza attiva che possa garantire un monitoraggio sugli effetti post-marketing dei vaccini e garantire una indispensabile tracciatura di ogni tipo di reazione avversa su tutta la popolazione vaccinata. Le stesse autorità pubbliche che dovrebbero controllare in merito agli effetti collaterali dei vaccini, riportano che il monitoraggio e’ ampiamente insufficiente per il fenomeno dell’under-reporting (ossia la segnalazione parziale e fortemente sottostimata degli eventi avversi) da parte dei genitori ma sopratutto degli stessi medici che prescrivono vaccinazioni senza alcuna anamnesi personale pre-vaccinazione e né la necessaria attenzione alle conseguenze nei giorni e nelle settimane successive.

Eppure è nostro diritto essere pienamente informati sulle reazioni avverse di ogni farmaco che assumiamo a nostro rischio e pericolo. Ed ogni medico o professionista sanitario che svolge il ruolo di pubblico ufficiale è obbligato ad informare sempre su rischi e benefici di qualsiasi trattamento o atto medico per acquisire il consenso espresso per iscritto (senza consenso si rischia di essere denunciati per lesioni personali o violenza privata).

Potremmo garantire sicurezza, efficacia e qualità dei vaccini solo attraverso una riforma del sistema vaccinale pubblico (non privato) che garantisca la completa trasparenza ed informazione ai cittadini.

Ma nessuno ne parla e nessuna forza politica fa una proposta di questo tipo.

Scopriamo insieme il perché, partendo da questa prima domanda: se i vaccini fossero davvero così indispensabili per fermare la pandemia, perché non li produce lo Stato ?

Se è vero che il sars-cov-2 (o una delle sue mutazioni) è stato isolato da molti mesi in un centro di ricerca PUBBLICO nazionale (l’Ircss Spallanzani di Roma) e possediamo l’intera sequenza genomica del virus, allora lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze potrebbe essere in condizione di produrre le dosi da distribuire tramite l’Esercito in ogni città considerata focolaio pandemico.

Invece l’Italia ha già stanziato centinaia e centinaia di milioni di euro per comprare il vaccino covid19 da aziende private, ancora prima che sia stato prodotto e senza alcuna minima garanzia (su efficacia, sicurezza e qualità).

Seconda domanda: se i vaccini fossero davvero così indispensabili per fermare la pandemia, perché non obblighiamo i tanti laboratori privati a produrli a prezzo di costo per lo Stato ?

Facile.
Per lo stesso motivo per il quale non li facciamo produrre dal Centro Militare di Firenze o perché non abbiamo avuto nemmeno il coraggio di requisire immediatamente i posti di terapia intensiva delle cliniche private quando ci servivano, nel picco della pandemia.

La risposta è che lo Stato italiano non se ne deve occupare.

Semplice.

Ordini dall’alto, oltre confine.

E’ un preciso obiettivo che il sistema sanitario pubblico italiano sia stato negli anni, da tutte le forze politiche, indebolito, smantellato, precarizzato, esternalizzato.

Per fare in modo di riempire le tasche alla sanità privata ed alle assicurazioni private, che sono cresciute sfruttando lo smantellamento della sanità pubblica.

Perchè per i vaccini l’Italia, e l’Europa, hanno lasciato volutamente il campo aperto alla sanità privata ed alle multinazionali farmaceutiche.

Un business da miliardi di dollari.

E la Pfizer è in testa. La stessa multinazionale condannata a pagare 75 milioni di dollari per un enorme scandalo sulla sperimentazione (illegale) su bambini africani poi deceduti. Violazione di regole etiche, medicine sperimentali pericolose sui bambini all’insaputa dei loro genitori, tutto messo a tacere.
Poi l’Astra Zeneca – Oxford con le sue reazioni avverse e i test sospesi, la tristemente nota GlaxoSmithKline, e tutte le altre…la Sanofi, la Merck, la Moderna, la Corevac, l’Irbm di Pomezia vicina agli ex 5 stelle Fattori e Giarrusso (e a chissa’ quanti altri parlamentari)….tutte aziende farmaceutiche private che corrono in borsa promettendo sul proprio brevetto commerciale (segreto), sull’annuncio del vaccino “quasi pronto” e sui futuri enormi guadagni in borsa.

Seguono poi tante “startup” promettenti e lautamente finanziate: Regeneron, Abbvie, Geovax, Gilead, J&J e Vaxvart.
Con enormi crescite in borsa.

Tutte aziende coinvolte in finanziamenti alla politica e ai mezzi di informazione, conflitti di interesse con l’Oms, ingerenze nelle politiche sanitarie dei governi e infiltrate nelle istituzioni pubbliche di ricerca e controllo.

Banche, fondazioni, assicurazioni, fondi speculativi di investimento, tutti coinvolti direttamente in questo enorme business (7 miliardi di dollari solo da parte del governo americano), sempre all’ombra di Bill Gates e tanti altri “benefattori” allettati da un giro di affari stimato in 30 miliardi di dollari per produzione del vaccino, vendita e distribuzione.

Di fronte a 30 miliardi di dollari, ogni domanda di un qualsiasi “no vax” su reazioni avverse è da reprimere e zittire immediatamente, grazie ad una stampa complice e corrotta, ed ai social network commerciali pronti a delegittimare come fake news ogni studio scientifico che pone attenzione su qualità, efficacia o sicurezza dei vaccini.

Da mesi e mesi in tv, gli stessi uffici marketing delle multinazionali farmaceutiche, annunciano che il vaccino è pronto, è pronto, è pronto.
Ci attirano con offerte commerciali, promettendoci la soluzione al virus che ci perseguita appena usciamo di casa.
Ma la sperimentazione sull’uomo ha bisogno di anni: rigorose verifiche di sicurezza e trial clinici sono azioni essenziali e nessuna scorciatoia è possibile. E intanto il virus muta (ancora oggi si sa poco dei reali effetti mutageni del sars-cov-2, ma si ipotizzano oltre 400 mutazioni), diventa endemico, meno virulento.

E forse dopo 1 anno di diffusione del covid (era già in Italia nel settembre 2019) si è già creata l’immunità di gregge, teoria ormai sparita da ogni discussione televisiva (mentre era ogni giorno sui giornali e nei tg quando c’era l’emergenza morbillo, malattia ormai sparita del tutto).

Oggi hanno addirittura il coraggio di confidarci che il covid si cura a casa con della comune tachipirina, e che solo gli anziani con 3-4 patologie pregresse sono davvero a rischio. Per tutti gli altri sono gli stessi sintomi di una normale influenza stagionale, che passa in pochi giorni. E che servono le normali norme igieniche che da sempre usiamo per combattere le malattie infettive ed i virus: lavarsi le mani e porre attenzione alle normali norme igieniche, rafforzare il sistema immunitario con un’alimentazione sana, naturale e bilanciata, fare regolare attività sportiva e vita sociale.

Quindi, siamo ancora sicuri che oggi serva il vaccino ?

Siamo davvero sicuri che tutti questi benefattori hanno a cuore la nostra salute e il nostro benessere ? Oppure vedono i loro guadagni, come avvoltoi, aumentare proprio grazie a questa emergenza ?

Chiediamoci, alla fine di questa lunga riflessione, perché i vaccini non li produce lo Stato italiano a basso costo, con qualche garanzia in più su efficacia, sicurezza e qualità.

Chiediamoci perché il Governo lasci tutto in mano alle multinazionali private che hanno l’unico obiettivo di fare profitto per i propri azionisti speculando sulle malattie, sulla salute delle persone e sulla stessa diffusione della pandemia.

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