12 novembre 2021

Come sapete dal 15 ottobre 2021 non posso più entrare nel mio ufficio, proprio come tantissimi lavoratori che non vogliono fare da cavia ad un vaccino sperimentale, e nemmeno sono disponibile a sottostare al ricatto di un tampone farlocco ogni 48 ore per dimostrare di essere sano.
Per questo motivo ho aperto un ufficio nel parcheggio della Regione Lazio, e tutti i mercoledi’ (in contemporanea con i lavori d’aula del Consiglio Regionale) incontro i cittadini con o senza greenpass.
Questa esperienza continua ad essere ogni settimana una vera rivelazione. Ho sempre amato ascoltare le persone nelle piazze e sul territorio, direttamente e senza alcun filtro, e l’esperienza di R2020 mi ha permesso di ri-conoscere realtà straordinarie, che rappresentano la vera alternativa alla realtà opprimente che stiamo vivendo.
PERSONE. Con i loro sogni, le loro speranze, i loro dubbi, il loro enorme coraggio.
PERSONE, NON QR CODE DI UN ASSURDO GREENPASS.
Se parli con le persone, uscendo da quegli inutili e vuoti simulacri di democrazia che sono diventati il Parlamento italiano e il Consiglio Regionale del Lazio, scopri una realtà fatta di povertà e disuguaglianze, di mille soprusi e abusi, di mancanza di etica da parte dei datori di lavoro, di malessere diffuso.
In tanti cercano da me risposte, per questo oggi vorrei rispondere ad alcune domande che mi vengono fatte tutti i giorni. Questa è una lunga riflessione, prendetevi il tempo di leggerla con calma, a presto. Davide.

Si sta lavorando ad un nuovo partito che si presenterà nel 2023?

SI, in molti continuano a lavorare a questa idea.

Ovviamente tutte le diverse ed eterogenee espressioni del dissenso al governo Draghi si stanno confrontando, con lo scopo di unire le diverse anime che tutte le settimane popolano le piazze no greenpass in ogni città italiana. Questa massa critica di persone sta diventando un notevole bacino di viti, che possono far gola.

Tutti loro vedono in buona fede la soluzione del 2023, per superare questo governo europeista manipolato dalle lobby farmaceutiche e finanziarie, attraverso nuove elezioni e un nuovo parlamento che torni a far rispettare i diritti costituzionali e gli interessi dei comuni cittadini.

Attualmente il parlamento è completamente distaccato dalla realtà della vita dei cittadini, e l’astensionismo di massa alle elezioni ne è la prova più evidente. Il sistema sopravvive abusando dei voti di fiducia per non disgregare le diversissime anime che fanno parte della maggioranza, delegittimando il ruolo naturale dei rappresentanti e regalando al governo tutto il potere legislativo. Il governo fa quello che vuole senza che il parlamento possa interferire.

Non esiste opposizione in questa ammucchiata di governo, che va dal Pd a Forza Italia, alla Lega e al M5S. Anche l’unica forza di finta opposizione, Fratelli d’Italia, fa parte dei giochi e si spartisce la sua fetta di potere.

I risultati alle ultime elezioni non sono stati positivi per la galassia dei partitini che vorrebbero rappresentare il fortissimo dissenso presente nel paese. 

Non solo quello zoccolo duro del 20% che non si è vaccinato, ma anche quei milioni e milioni di lavoratori con il greenpass che sono stati costretti a forza a vaccinarsi. Un bacino enorme di voti anti sistema, anti Draghi.

Nel corso del 2022 tutti questi gruppi, lanceranno il progetto di una federazione che arrivi alle elezioni della primavera del 2023, unendo tutte le diverse anime.

La loro speranza è portare in cabina elettorale e far votare, tutti coloro che dissentono alla gestione politica scellerata di questa emergenza per entrare in parlamento e ricominciare a fare una vera opposizione, per ristabilire la democrazia che ha sfruttato la pandemia per togliere diritti ai cittadini.

Quindi la soluzione è un nuovo partito ?

NO.

Dopo la cocente delusione del MoVimento 5 stelle, non possiamo più fidarci di nessun leader e di nessun partito. Sono forme di delega istituzionale e di de-responsabilizzazione che non riescono a rappresentare e portare avanti gli interessi dei cittadini, delle comunità, dei territori. Quasi nessuna lotta in questi ultimi decenni è riuscita ad entrare in Parlamento, nonostante ci fossero parlamentari schierati in prima linea, ed il modello di sviluppo capitalistico non è mai stato messo in discussione.

Un leader può servire a trasmettere una visione e farci riconoscere, ma il vero cambiamento inizia quando ognuno di noi comincia ad assumersi le proprie responsabilità.

Appena il sistema percepisce una nuova forza di opposizione, inizia ad avvicinarsi con lo scopo di annacquarla, comprarla, convertirla in posizioni più “moderate e responsabili”. E’ successo con la Lega, con Forza Italia, con il MoVimento 5 Stelle… con tutte quelle forze partite come “anti-sistema” e poi diventate stampella del sistema.
Succederà anche con i prossimi leader e le prossime forze che contestano il regime antidemocratico che ci sta governando.


Dobbiamo capire che non dobbiamo più aspettare un salvatore, il nuovo protagonista del giorno. Non abbiamo bisogno di leader.

La soluzione non è un nuovo partito, con un leader al comando che ci dice cosa fare.

Esistono centinaia se non migliaia di gruppi, di focolai di resistenza, di associazioni e comitati. Esiste già una forza in potenza, che non si può e non si deve unire sotto un’ unica bandiera, perché diversa nei percorsi, nei metodi, nelle esperienze. E questa diversità non deve essere assimilata e omologata, ma deve essere libera di esprimersi.

Non un nuovo partito quindi.

Io credo che la soluzione sia fare RETE e coordinarci. Rispettando le diversità, le storie e i percorsi, ma riconoscendo gli obiettivi in comune.

Con una RETE DI RETI, non avremo più bisogno di leader da seguire, e ognuno di noi si dovrà assumere la responsabilità di essere un leader. In modo che tutte le idee e i progetti rivoluzionari possano proseguire il loro cammino senza che nessuno possa venderli al miglior offerente.

Cosa succederà nel 2023?

La nuova forza politica, una federazione delle anime del dissenso, forse potrà raccoglierà un 15%…

Il dissenso è molto più presente, ma non è rappresentabile in cabina elettorale. Penso non solo al bacino elettorale, di chi vede chiaramente la dinamica distruttiva di questo sistema, ma anche a tutte quelle persone che non vedono nell’attuale panorama della politica nessun partito in grado di rappresentarle. E non la vedranno nemmeno nel 2023.

Serviranno altri 10 o 20 anni per “recuperare” buona parte dei delusi della politica, soprattutto gli ex elettori M5S, che anche nel 2023 non voteranno, alimentando ulteriormente l’astensionismo.

Nel 2023 torneremo ad un sistema bipolare (Lega+Fratelli iItalia contro PD, visto che il M5S sparirà dal parlamento) ma verranno eletti molti nuovi parlamentari in questa nuova federazione del dissenso. Parlamentari più preparati e competenti, e più impermeabili alle lusinghe del sistema rispetto al M5S. 

Ma il sistema, ripeto, è già all’opera oggi, nel 2021, per intercettare la nascita di questa “pericolosa” nuova forza politica, proprio come ha fatto con il M5S prima del 2018, quando era chiaro a tutti che sarebbe entrato in parlamento per governare. E sono già scattate tutte le contromisure.

Quindi è difficile fidarsi oggi di chi urla in piazza dicendo di non essere interessato a candidarsi. O chi dai palchi nogreenpass lancia un nuovo partito, magari già in accordo con forze del sistema.

Nelle elezioni politiche del 2028 avremo molte più possibilità di avere una forza matura e pronta ad entrare in parlamento e a governare, ma su presupposti completamente diversi da quelli odierni. E la strada da fare è molto molto lunga, perché i presupposti democratici non saranno più come oggi li conosciamo.

Allora come si può cambiare il sistema senza un nuovo partito ?

Tre premesse:

1- per cambiare non serve una legge

Il popolo, non milioni di persone ma solo poche migliaia, se decide di non rispettare una legge ingiusta, o semplicemente comportarsi in modo diverso, realizza un cambiamento immediato, da un giorno all’altro, senza alcuna legge che lo sancisca.

2- per cambiare non serve un nuovo partito

se eleggiamo un nuovo partito in parlamento, con il 10 o 20%, è costretto a stare ingabbiato all’opposizione e l’opposizione non ha nessuna arma in mano, nemmeno l’ostruzionismo.
In questo momento storico con gli abusati voti di fiducia al governo e i governi che svolgono sia il ruolo esecutivo che quello legislativo, l’opposizione in parlamento è completamente inutile, se non come luogo di presidio simbolico della democrazia.

3- per cambiare non serve un partito di maggioranza

anche se il nuovo partito raggiungesse il 51% alle elezioni, e avesse quindi possibilità di governare autonomamente, sarebbe comprato dal sistema. Il suo potere e’ enorme, mediatico e finanziario. I singoli parlamentari verranno avvicinati ogni giorno e ricattati per cedere agli interessi della finanza, delle multinazionali, delle banche e delle lobby farmaceutiche e private. Inoltre, il vero governo è fuori dall’Italia…quindi bloccati giuridicamente in questa selva di trattati europei ed internazionali ai quali abbiamo regalato da decenni tutta la nostra sovranità, in questa giungla di multinazionali e banche alle quali abbiamo legato il nostro PIL, non possiamo più pensare di decidere liberamente per l’Italia con un governo che possa fare gli interessi degli italiani. Non verrebbe permesso.

La soluzione quindi non passa dalle istituzioni, perché da tempo esse sono simulacri di democrazia e hanno perso il ruolo di rappresentare gli interessi dei cittadini.

Per costruire un mondo diverso e migliore, il cambiamento può partire solo dal basso, dal popolo, dai nostri comportamenti, dal nostro stile di vita, dai nostri consumi. Dalla nostra assunzione di responsabilità.

Siamo più forti di quanto pensiamo, perché siamo noi, ognuno di noi, che con il nostro lavoro, con i nostri acquisti e con il nostro tempo, alimentiamo quotidianamente questo sistema.

Un sistema però che ci combatte, ci ricatta e ci obbliga.

Se vogliamo cambiare possiamo farlo.

Ma dobbiamo volerlo.

Una rivoluzione sociale e culturale dal basso è l’unica e sola possibilità per costruire un futuro per le prossime generazioni. Altrimenti non ci sarà futuro.

Per questo motivo è nato lo scorso anno R2020 ?

All’inizio della pandemia Covid-19 che ci ha condotto nel baratro dove siamo ora, avevamo percepito la gravità del momento storico e di quello che sarebbe potuto accadere nel giro di pochi anni. La velocità con cui la democrazia ha iniziato a regredire ci ha ulteriormente allertati, spingendoci oltre le nostre prime aspettative. Il governo Draghi, pericoloso euroinomane, sostenuto da tutti i partiti e da tutti i mass media… con il suo attacco ai diritti del lavoro, dell’educazione e della libera espressione ci ha fatto sobbalzare.

R2020 nasce proprio in risposta alla pandemia, come RETE di resistenza e ribellione alla compressione dei diritti costituzionali.

La risposta è stata prorompente e inaspettata: 40000 persone coinvolte, più di 200 gruppi locali nati spontaneamente. Riunioni sempre piene di persone interessate a spegnere la televisione e a capire quello che succede davvero intorno a loro. Persone che vogliono riprendere in mano la propria vita e decidere il proprio futuro.

Nel corso del 2021 abbiamo iniziato l’evoluzione di R2020 da una forza sociale (non partitica) di RESISTENZA ad una forza sociale (non partitica) di RINASCITA.

Ora tutti i nostri gruppi locali, i cosiddetti “fuochi”, sono al lavoro su progetti concreti. In campo economico, sociale, sanitario, educativo, digitale.

Stiamo costruendo il PIANO B, fuori dalle istituzioni e fuori dal sistema.

Non perdiamo più tempo, risorse ed energia a combattere il sistema…ci abbiamo provato per 1 anno e mezzo con diffide, denunce, atti politici, ricorsi al tar. Non è servito. Nessun giornalista, magistrato o medico ha voluto rompere questa narrazione corrotta.
Ora dedichiamo tutte le nostre forze a costruire un’alternativa concreta, che possa aiutare le persone a diventare indipendenti e non più ricattabili da un lasciapassare verde, o dal sistema di credito sociale che stanno implementando.

E questo progetto è ogni giorno più urgente, perché l’autoritarismo e la discriminazione in atto, stanno di fatto escludendo moltissime persone dalla vita sociale e lavorativa.

Cosa diventerà R2020?

Lo deciderà la rete stessa. R2020 non è assimilabile o paragonabile ad alcuna altra esperienza precedente, proprio perché la situazione attuale è completamente diversa.

Nell’estate 2021 abbiamo iniziato l’evoluzione di R2020 verso la fase progettuale della rinascita, ristrutturando la nostra organizzazione interna (di coordinamento dei fuochi più che di supporto) verso una struttura rizomatica. Senza leader e senza un centro, in modo che i fuochi possano, come un rizoma, autogenerarsi autonomamente, gemmare nuovi progetti e nuove best practices nei territori adiacenti, rendersi indipendenti e auto governarsi.

Proprio perché ci aspettiamo che la repressione aumenti e quindi la rete deve essere protetta in ogni suo ganglio. Se viene colpito un fuoco, gli altri non devono avere ripercussioni. Non deve esserci un centro decisionale, le decisioni appartengono ad ogni singola comunità, perché rispecchiano i bisogni di quella comunità e del suo territorio.

Dal 2021 abbiamo un’Area legale, un Megafono giovani, e una Rete internazionale (evoluzioni delle 12 commissioni tecniche che l’anno scorso hanno supportato i fuochi nella loro crescita).

In particolare tramite la Rete internazionale stiamo stringendo rapporti con tutte le esperienze all’estero simili alla nostra, per un supporto e un coordinamento fuori dai confini nazionali.

Questo fa davvero paura al sistema.

Ripeto, non un partito comprabile e assimilabile, con un centro di potere piramidale e gerarchico corruttibile. Non una piazza che protesta ma non progetta nulla.

Fa paura una rete indipendente ed autonoma, incontrollabile, senza gerarchie. Che lavori, ripeto, non solo per manifestare in piazza, ma soprattutto sui progetti concreti e realizzabili di vero cambiamento.

I progetti sono il cuore e la forza di R2020. Cosa sono in concreto?

Innanzitutto voglio specificare chi decide. I progetti non hanno padrone, sono frutto dell’intelligenza collettiva di tutti i fuochi. I singoli gruppi locali, sulla base delle esigenze del proprio territorio e della propria comunità, decidono quali sviluppare e quali far evolvere. Ognuno con la sua diversità peculiarità.

In base alle competenze interne ci si struttura per alimentare i progetti e realizzarli.

Si parte da esperienze già esistenti, senza reinventare la ruota. Esperienze magari già ultra decennali, come i gas e le reti di economia solidale, gli ecovillaggi, le scuole parentali, le reti di supporto all’agricoltura, i circuiti di moneta locale.

Il fuoco stringe contatti fra associazioni, comitati, esperienze non organizzate… per fare rete e ricostruire relazioni sociali e personali distrutte dalle imposizioni del governo contro la pandemia.

E si elaborano nuovi progetti per aiutare tutte le persone escluse dal sistema: banchi alimentari di resistenza per chi ha perso il lavoro perché non ha ceduto al ricatto del greenpass, strutture dove trovare assistenza sanitaria ed educazione alla salute quando non si potrà più accedere agli ospedali, luoghi dove poter educare i propri figli in modo più armonioso, azioni di scambio di competenze e attività senza necessità della moneta, orti sociali per coltivare insieme ad altre persone, un sistema per soddisfare i propri bisogni insieme alla propria offerta di aiuto.

Questi sono tutti progetti concreti in corso, non sulla carta.

Tutti gratuiti: in R2020 non girano soldi.

E la rete R2020 cresce ogni giorno, silenziosamente, perché sempre più persone hanno bisogno di aiuto, ma anche di ritrovare il piacere della solidarietà e di donare.

Non ci stiamo isolando, non stiamo creando riserve indiane. Stiamo piuttosto costruendo un’arca di Noè. Non solo per noi, ma per tutti quelli che vorranno avvicinarsi, per volontà o perché costretti.

Quando R2020 diventerà un pericolo per il sistema, cosa farete?

La censura, la caccia alle streghe, la repressione non potranno che aumentare, perché è fin troppo evidente (in particolare in Italia) che il terrorismo mediatico funziona e il consenso può essere così facilmente soggiogato e manipolato con la paura, e gli italiani hanno accettato ogni tipo di imposizione politica e limitazione di libertà e diritti senza troppe lamentele.

Anzi, gioendo della nuova normalità, della sicurezza imposta con obblighi e multe.

Loro non si fermeranno: i vaccini obbligatori, anche ai bambini, sono solo un pretesto. Il greenpass sarà lo strumento per legittimare il nuovo ordine autoritario fondato sulla paura, sull’emergenza, sulla sicurezza e sul controllo sociale.

Sarà fin troppo facile, grazie a giornali e tv asservite, giustificare nuovi virus, nuove varianti, o nuove emergenze, come quella climatica ed energetica. Con l’ok dei sindacati, l’attacco ai diritti continuerà, dopo aver delegittimato il diritto al lavoro ed il diritto all’educazione, arriveranno presto a mettere in discussione il diritto di voto, il diritto di esprimere una libera opinione, la proprietà privata. 

Per questo dedichiamo ormai tutta la nostra vita allo sviluppo di R2020, perché ogni giorno ci sono sempre meno possibilità di riformare un sistema che va dritto verso la sua rovina, con il consenso della maggioranza (inconsapevole ma anche consapevole) dei cittadini. 

Noi proseguiamo in direzione ostinata e contraria. Ci stiamo evolvendo in modo che la nostra struttura organizzativa e di coordinamento possa sopravvivere pacificamente ad ogni repressione governativa, e che le comunità locali possano raggiungere a breve un grado di autonomia ed indipendenza che possa permettere loro di sopravvivere.

Tanti luoghi liberi, fortemente interconnessi fra loro, che potranno vivere e crescere.

Restiamo convinti che non serva nessun partito, nessun parlamento, nessun leader. 

Ci stiamo solo riprendendo, ognuno di noi, il diritto di esistere, di sognare, e di costruire un mondo diverso da quello che ci vogliono imporre.

Non solo per noi, ma per i nostri figli e per i figli dei nostri figli.

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