Non accetto che si parli di PACE mentre si inviano milioni e milioni di euro ad uno Stato e si fa propaganda del suo battaglione NAZISTA. Non accetto che si parli di PACE mentre si detengono, sul proprio suolo, più di 120 basi NATO e un potenziale nucleare allucinante.
Non accetto che si parli di PACE mentre la spesa militare è destinata ad aumentare a dismisura, mentre istruzione, sanità e welfare vengono dissanguati.
Queste sono le mie proposte per la PACE.
- fermare immediatamente l’ invio di armi leggere o pesanti in Ucraina, che non è Paese membro dell’Unione europea né della Nato e che è coinvolta in un conflitto contro la Russia, partner commerciale italiano che non ha mai dichiarato guerra al nostro Paese, né a nessun Paese dell’Unione europea e della Nato;
- interrompere ogni forma di sostegno militare diretto ed indiretto all’Ucraina, considerato che, secondo i princìpi costituzionali, deve essere perseguita la risoluzione non conflittuale delle controversie internazionali;
- procedere nella dichiarazione ufficiale internazionale dell’Italia come “Paese Neutrale”, a fianco di Svizzera, Malta, Irlanda e Austria;
- tagliare drasticamente le spese militari presenti e future, perché non siano le prossime generazioni, innocenti, a dover pagare il costo delle nostre guerre e della nostra politica di espansione aggressiva e militare verso i paesi non allineati all’occidente. I 32 miliardi di dollari di spese militare italiana devono andare a scuola, sanità, ricostruzione post-terremoto, lotta contro la povertà;
- avviare le trattative per uscire dalla Nato, che rappresenta un pericoloso modello di difesa (attacco) anacronistico e sorpassato, che ha alimentato la guerra fredda per tutta la seconda metà del XX secolo e che oggi continua ad alimentare tensioni internazionali;
- avviare l’elaborazione di un piano industriale regionale e nazionale, in accordo con le parti sociali, per riconvertire tutte le aziende italiane che producono armi o che sviluppano sistemi, apparati e strumentazioni militari. Con priorità alle aziende italiane di eccellenza nel “Made in Italy” delle mine antipersona, munizioni e submunizioni a grappolo, responsabili di oltre 3.000 morti e 4.000 i feriti, fra cui il 54% bambini;
- Programmare nei prossimi 5 anni la chiusura, lo smantellamento e il pieno recupero della sovranità nazionale sul territorio italiano attualmente occupato dalle 140 basi USA, con priorità quelle con ordigni nucleari (Aviano e Ghedi).
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